Francesco Cusa Trio – “Minimal Works”

L’album ha otto tracce e si apre con l’intenso pathos di “Sweet Lucrezio”, che, attraverso la ripetizione e la variazione, evoca nella mente degli ascoltatori visioni di un gatto dal passo leggero e discreto che salta con spensieratezza felina e distaccata grazia sui tetti. Suoni simili a campanelli di una slitta si trasformano in un motivo ipnoticamente allucinante in “The Only White Smarties”, mentre “Luminal” utilizza un vasto glossario di ritmi e accordi per creare un’improvvisazione jazz multi-sfumata e “A Little Mouse” è una piccola gemma in cui pianoforte e contrabbasso creano un paesaggio sonoro attraverso la sincope.

La scaletta comprende anche quattro meditazioni, tutte caratterizzate da un fil rouge, quello delle campane tibetane. Questo tema centrale e principio guida diventa sempre meno virtuosistico e più misterioso con il progredire delle meditazioni, creando progressioni cromatiche di armonie insolite, inusuali e non funzionali, che sfociano in suoni inquietantemente alieni piuttosto che in confortanti e rassicuranti tonalità meditative. Evocando un senso di destino imminente, queste composizioni dissonanti sono le colonne sonore perfette per i nostri tempi complessi e tumultuosi.

The album features eight tracks and opens with the intense pathos of “Sweet Lucrezio”, which, through repetition and variation, evokes in the listeners’ minds visions of a light-footed and unobtrusive cat leaping with feline carelessness and detached grace over rooftops. Sleigh bell-like sounds transform into a hypnotically hallucinatory motif on “The Only White Smarties”, while “Luminal” uses a vast glossary of rhythms and chords to create a multi-nuanced jazz improvisation, and “A Little Mouse” is a little gem where piano and double bass create a soundscape through syncopation.

The tracklist of “Minimal Works” also includes four meditations, all characterized by a common thread, the use of Tibetan bells. This central theme and guiding principle becomes less and less virtuosistic and more mysterious as the meditations progress, creating chromatic progressions of uncommon, unusual and non-functional harmonies, which result in unnervingly alien sounds rather than comforting and reassuring meditative tones. Evoking a sense of impending doom, these dissonant compositions are the perfect soundtracks for our complex and tumultuous times.